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BITZLATO: L’EXCHANGE FAVORIVA IL RICICLAGGIO DI PROVENTI ILLECITI E LA CONVERSIONE IN RUBLI RUSSI

Il Decreto legislativo n. 231 del 2007, come modificato dal Decreto legislativo 125 del 2019 in attuazione della Direttiva (UE) 2018/843 (c.d. quinta direttiva antiriciclaggio), annovera fra i soggetti obbligati alla disciplina antiriciclaggio i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, tra i quali figurano gli Exchange ed i Wallet Provider, ricondotti all’interno della categoria degli operatori non finanziari ai sensi dell’articolo 3, comma 2, del decreto. Tali soggetti sono chiamati all’adempimento degli obblighi di collaborazione attiva previsti dalla normativa AML/CFT, e sono altresì tenuti all’iscrizione nel Registro per gli operatori in valuta virtuale gestito dall’Organismo Agenti e Mediatori (OAM).

Nonostante il coinvolgimento degli operatori in valuta virtuale nel sistema di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, il settore continua a suscitare non pochi rischi di commissione di illeciti, perpetrati dalla criminalità economica approfittando di lacune normative e del carattere transnazionale delle operazioni. Per tale ragione i destinatari degli obblighi di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, principalmente appartenenti al mondo dell’intermediazione bancaria, stanno mostrando una sensibilità crescente nella rilevazione dei sospetti connessi con l’operatività in valute virtuali. In molti casi, il sospetto segnalato concerne le modalità di costituzione della provvista impiegata in valute virtuali o la connessione dell’operatività con attività illecite (es. truffe e frodi informatiche).

Le caratteristiche dell’operatività in valute virtuali e lo stesso ruolo degli Exchange hanno sollevato serie preoccupazioni negli Stati Uniti, soprattutto col recente caso Bitzlato.

Bitzlato è una piattaforma online di servizi di Exchange e P2P, che consente agli utenti di scambiare Bitcoin (BTC), Ether (ETH), Bitcoin Cash (BCH), Litecoin (LTC), Dash (DASH), Tether (USDT), Monolith Ruble (MCR) e Dogecoin (DOGE) senza intermediari e commissioni. Bitzlato opera anche come “spazio pubblicitario per gli operatori di beni digitali”, ed i suoi servizi includono l’archiviazione di portafogli e di beni digitali “per garantire l’esecuzione di transazioni tra utenti registrati”.

L’operatività della piattaforma ha tuttavia suscitato grande preoccupazione da parte delle autorità statunitensi in ragione della sua operatività connessa con la Russia. Il FinCEN (Treasury’s Financial Crimes Enforcement Network) – il dipartimento americano che si occupa di salvaguardare il sistema finanziario, combattere il riciclaggio di denaro e i reati ad esso connessi, compreso il terrorismo, e promuovere la sicurezza nazionale attraverso l’uso strategico delle autorità finanziarie e la raccolta, l’analisi e la diffusione dell’intelligence finanziaria – individua la Russia come un paradiso per i criminali informatici, sottolineando che spesso è lo stesso governo russo ad arruolare criminali informatici per il perseguimento di propri scopi; inoltre, la maggior parte degli incidenti ransomware segnalati al FinCEN nella seconda metà del 2021 sono stati condotti da varianti ransomware legate alla Russia.

L’Autorità americana, a seguito dell’espletamento di indagini, ha rilevato che anche Bitzlato farebbe parte di questo ampio ecosistema di criminali informatici russi, autorizzati dal proprio governo ad operare impunemente, ed ha individuato la piattaforma exchange come una “preoccupazione primaria per il rischio di riciclaggio di denaro” negli Stati Uniti, in connessione con la finanza illecita russa.

Bitzlato opera al di fuori degli Stati Uniti e, anche se identificato come appartenente all’ordinamento di Hong Kong, ha legami significativi con la Russia attraverso la fornitura di depositi e trasferimenti di fondi da parte di gruppi ransomware russi o affiliati, come Conti, e il supporto in transazioni con i mercati darknet russi per conto di clienti e fornitori darknet. Quanto emerso ha consentito quindi di identificare Blitzato come una grave minaccia, in quanto diretto a facilitare e supportare la finanza illecita russa, rappresentando per gli Stati Uniti un pericolo per la sicurezza nazionale e l’integrità del settore finanziario. Il FinCEN ha infatti rilevato che circa il 46 % dei beni scambiati tramite Bitzlato, per un valore di circa 1 miliardo di EUR, ha legami con attività criminali. La maggior parte delle transazioni sospette sono collegate a entità sanzionate dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC) e con altre collegate a truffe informatiche, riciclaggio di denaro, ransomware e materiale pedopornografico.

Nello specifico, l’indagine del FinCEN ha rilevato che i collegamenti con la criminalità russa includono i depositi, i trasferimenti di fondi, e le operazioni che coinvolgono Conti e Hydra, quest’ultimo già sanzionato dagli USA. Infatti, a seguito della chiusura di Hydra nell’aprile 2022, Bitzlato ha continuato a facilitare le transazioni per i mercati darknet connessi alla Russia, tra cui BlackSprut, OMG!OMG! e Mega.

Bitzlato ha così permesso la rapida conversione di vari crypto-asset come bitcoin, Ethereum, Litecoin, bitcoin cash, dash, Dogecoin e USDT in rubli russi. Si stima che la piattaforma di scambio crypto abbia ricevuto un totale di attività per un valore di 2,1 miliardi di euro (BTC 119 000).

Nel corso della sua indagine, il FinCEN ha anche rilevato che Bitzlato è carente nell’adozione di misure per identificare contrastare l’uso illecito e l’abuso dei suoi servizi. In particolare, la piattaforma non adotta adeguate procedure volte a prevenire il riciclaggio di denaro e risulta carente sotto il profilo del controlli interni.

Di conseguenza, ai sensi della sezione 9714(a) della legge sulla lotta contro il riciclaggio di denaro russo, il FinCEN ha emesso, il 18 gennaio 2023, un ordine che vieta le trasmissioni di fondi, provenienti da qualsiasi istituto finanziario, che coinvolgono Bitzlato: in forza dell’ordine emesso, dal 1° febbraio 2023 è fatto divieto agli istituti finanziari di effettuare trasmissioni di fondi da o verso Bitzlato, o da o verso qualsiasi conto o indirizzo CVC amministrato da o per conto di Bitzlato.

Il carattere illecito dell’operatività transnazionale posta in essere dalla piattaforma exchange ha portato le autorità statunitensi e francesi alla realizzazione di un’operazione internazionale che ha condotto all’arresto dei dirigenti di Bitzlato, accusati di agevolare il riciclaggio di grandi quantità di proventi illeciti convertendoli in rubli russi.

L’azione coordinata delle autorità giudiziarie e delle forze dell’ordine dei paesi coinvolti ha portato anche al sequestro di attività finanziarie.

 

 

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